La prova della 2.0 TDCi Titanium (Quattroruote)
Ora che mostra il muso da Aston Martin delle ultime Ford,
l'indole sportiva della S-Max, più spiccata che su qualunque altra sette posti, ne esce ancor più rafforzata. D'altra parte questa monovolume, nata come versione filante della Galaxy, sta lì a dimostrare ormai da una decina d'anni (dal 2006, per la precisione) che si può metter su famiglia, o dedicarsi a hobby che richiedano un bagagliaio enorme, senza rinunciare al piacere di guida. Una prova? Beh, basta una piccola anticipazione, ossia il giro pista a Vairano: questo bestione da due tonnellate e 4,8 metri di lunghezza è il primo nel suo genere a scendere sotto un minuto e trenta (il cronometro segna esattamente 1'29"79), rifilando oltre tre secondi alla pur dinamicissima Renault Espace, appena provata. Insomma, non stiamo parlando di una monovolume “normale", e bisogna tenerne conto.
Com'è fatta. A prima vista l'S-Max non sembra poi tanto rivoluzionata rispetto alla versione precedente. Stesse lunghezza, altezza e larghezza, silhouette apparentemente pantografata. Eppure è tutta nuova. Le differenze, minime, oltre a quelle evidenti del frontale e dei fari, riguardano la vetratura laterale, leggermente assottigliata, e un dettaglio curioso: il bocchettone per rifornirsi è passato dal lato destro a quello sinistro (segno di un'attenzione particolare al mercato inglese). Poi ci sono i soliti cerchi che tendono al gigantismo, ora addirittura da 19 pollici. Naturalmente le novità più importanti si trovano all'interno dell'abitacolo. Questa S-Max Titanium (la versione top) accoglie particolarmente bene grazie ai tanti optional di cui è dotata, che per molti aspetti la trasformano in un'ammiraglia di buon livello. Per esempio, non si accontenta dei sedili riscaldabili e con le comode regolazioni elettriche (con memorie), ma permette anche di sistemare il volante alla giusta altezza e distanza con un tastino sul piantone (piccolo lusso da 500 euro). Nel cruscotto spariscono le tradizionali lancette, ormai rese obsolete dai quadranti virtuali dei pannelli Lcd, mentre sulla console debutta il Sync 2, con il suo grande touch screen dal quale si gestiscono le principali funzioni dell'auto. Rispetto alla precedente S-Max, pur conservando dimensioni sostanzialmente identiche, l'abitacolo è migliorato non solo qualitativamente, ma anche in versatilità. La prima cosa che si nota è la posizione rialzata della seconda fila. E se in precedenza l'accesso alla terza, richiedeva parecchia agilità, il nuovo sistema di ribaltamento dei sedili laterali offre un passaggio discreto. Dietro, lo spazio resta modesto, adatto alle emergenze, però ci si sente un po' meno incastrati. Prova ne è anche il fatto che il bagagliaio, con tutti i posti utilizzati, è sceso da 285 litri ad appena 160: si viaggia più comodi, insomma, ma con poche borse.
Come va. Sette anni fa avevamo elogiato l'S-Max con il 2.0 TDCi da 163 CV e il cambio automatico. Andava benissimo. La nuova versione in prova ha 180 CV con un manuale a sei marce. Quanto a prestazioni va ancora meglio di prima, è più veloce e consuma meno. Le differenze più evidenti, però, riguardano altri aspetti. Ci ricordavamo un assetto tutt'altro che morbido, mentre il nuovo modello, seppur dotato di gommatura più sportiveggiante e appesantito di un centinaio di chili (in condizioni di prova), si rivela molto ben ammortizzato: merito anche delle sospensioni autolivellanti (optional da 500 euro) e, più in generale, dell'eccellente lavoro dei progettisti in tema di confort. Infine, si trovano tutti gli ultimi dispositivi elettronici per il confort e la sicurezza di crociera, dal regolatore di velocità attivo alla frenata automatica con riconoscimento dei pedoni (da acquistare in un “pacchetto"). Mentre l'avviso di superamento della corsia o il riconoscimento dei segnali sono di serie sulla Titanium. L'S-Max, se già era una grande viaggiatrice, ora lo è ancora di più, e permette di affrontare lunghi trasferimenti sul filo dei 2.200 giri, in un ambiente rilassante. La frizione non troppo pesante, la buona visibilità tutt'attorno e lo sterzo particolarmente leggero facilitano molto le cose. Non mancano i sistemi di parcheggio assistito e persino la doppia telecamera anteriore.
In sintesi. Monovolume sportiva, di concezione originale, derivata dalla più massiccia Galaxy, dalle Ford di ultima generazione eredita il nuovo frontale, già stranoto e molto ben identificabile, e soprattutto dispositivi elettronici ormai irrinunciabili per un'auto ambiziosa e quasi di rappresentanza. Per quanto riguarda l'infotainment di bordo arriva il Sync 2, mentre sul fronte della sicurezza c'è anche il sistema di frenata automatica con assistenza precollisione e riconoscimento dei pedoni. Sofisticatezze a parte, l'S-Max continua a convincere per il piacere di guida, ora aumentato grazie ai miglioramenti nell'assorbimento delle imperfezioni stradali e all'insonorizzazione dell'abitacolo. Si viaggia veramente bene e - aspetto non trascurabile - lo si può fare in compagnia: la terza fila è più accessibile e spaziosa, a scapito del bagagliaio. Se si viaggia in sette, il vano residuo è più piccolo di prima. In cinque, invece, è come sempre enorme e molto versatile.
Andrea Sansovini
(Prova su strada ripresa da Quattroruote di settembre 2015)